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Mango: così un ricordo d'amore ha ispirato il vino "Bea"

ALBA

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BRUNO MURIALDO - Mio nonno doveva partire per fare il servizio militare, era della leva del 1913, non amava la naia, avrebbe preferito restare a casa, aiutare i suoi nel lavoro della terra. Si adeguò e con carattere accettò di andare a servire la patria.

In quell'occasione conobbe una ragazza delle quale si innamorò perdutamente. Quella ragazza aveva una luce negli occhi che gli ricordava il sorgere del sole nella sua amata terra, il sapore dolce delle nuvole, il calore del sole, il battito del cuore.

Egli non ebbe mai il coraggio di dichiararle il suo amore, soltanto prima del congedo gli chiese il nome: gli rispose che si chiamava Beatrice, ma che poteva chiamarla Bea. Francesco non poté dimenticare mai quella ragazza. Rimpianse di non aver mai trovato il coraggio di dichiararle il suo amore, un amore così forte che gli rimase tatuato per sempre nell'anima.

Bea rimane scolpita nella fragranza di un grande vino, frutto di quella terra che egli aveva amato tanto e che oggi, nel ricordo di Beatrice, diventa poesia e rimpianto.

Bruno Murialdo e Don Chisciotte

 

 

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