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Scuola-lavoro: all'Itis di Cuneo ci si "sporca le mani" creando prodotti web

CUNEO

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Un ragazzo che dopo il diploma conclude il suo percorso scolastico ha fondamentalmente due strade davanti a sé: cercare un lavoro in un’azienda o creare un’azienda tutta sua per costruirsi un futuro autonomamente, dando vita ad una startup.

Nell’ambito del percorso di alternanza scuola lavoro, l’Itis di Cuneo Mario Delpozzo in collaborazione con la Etinet di Savigliano, società del gruppo “Dada” specializzata nello sviluppo di siti e web applications, ha dato vita ad un progetto di ideazione, creazione e lancio di prodotti di digitali che sono stati sviluppati dagli alunni delle quarte di informatica.

Il progetto è stato ideato e coordinato dal Professor Guido Rosa, che ha coinvolto la società saviglianese che ha fornito le infrastrutture server necessarie per la realizzazione dei vari prodotti web. Per due settimane i ragazzi hanno lavorato in piccoli team di 4-5 elementi su idee da loro proposte e validate dai tutor: alla fine del periodo i progetti sono stati presentati e valutati.

In questa occasione abbiamo incontrato Valerio Ferrero, founder e amministratore della Etinet che ha seguito in prima persona i ragazzi come “digital coach”, e gli abbiamo posto alcune domande su questa esperienza.

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Signor Ferrero, buongiorno. Innanzitutto, grazie per aver accettato la collaborazione con il nostro Istituto. Perchè un’azienda investe tempo e risorse in un progetto come questo dell’azienda simulata?

“Innanzitutto perchè il valore delle aziende, in particolare quelle di servizi come la nostra, sono le risorse umane: le competenze e le professionalità dei nostri dipendenti sono il valore aggiunto che ci distingue dai competitor. A mio avviso è fondamentale che le aziende collaborino sempre di più con il mondo della scuola, per aiutare la scuola stessa a comprendere quali sono le esigenze e le necessità delle imprese sempre in cambiamento, in modo che i ragazzi che si presentano al mondo del lavoro siano sempre più preparati e pronti a contribuire fin da subito alla crescita dell’azienda”.

Come avete sviluppato il percorso di questo progetto?

”Quando il Professor Rosa mi ha chiesto di seguire questo progetto presso l’Itis di Cuneo, l’idea mi è piaciuta molto e così, oltre all’affiancamento e al tutoraggio che abbiamo portato avanti con i nostri tecnici, ho proposto di alzare l’asticella e di provare a seguire i ragazzi in tutta la filiera di ideazione, analisi, sviluppo e lancio di un progetto, cosi come si fa quando si crea una startup. Abbiamo così creato una sorta di contest, in cui abbiamo chiesto ai ragazzi di proporre delle idee imprenditoriali che dovevano partire dalla scelta di un nome da dare al prodotto ed di un logo, per poi passare all’individuazione di chi avrebbe potuto utilizzare quel prodotto e a alla sua promozione. I risultati sono stati subito sorprendenti, le idee progettuali si sono rivelate molto interessanti e innovative, mai scontate, anche la scelta dei nomi è stata quasi sempre azzeccata. I progetti spaziavano dai siti di baratto oggetti, agli applicativi per la prenotazione di strutture sportive e culturali, a quelli di vendita libri nuovi ed usati e portali dedicati allo scambio di videogames usati. Personalmente ho lanciato vari prodotti in questi anni: alcuni sono andati bene altri meno; ho voluto portare la mia esperienza ai ragazzi correggendo gli eventuali punti deboli ed aiutandoli a sviluppare i punti di forza delle loro idee.”

In concreto, cos’hanno fatto i ragazzi?

“Una volta definiti i 7 progetti, i ragazzi hanno iniziato a “sporcarsi le mani” con il codice, abbiamo definito una piattaforma unica di sviluppo, Wordpress, un CMS free molto utilizzato per lo sviluppo di siti e web applications. I ragazzi hanno organizzato i singoli team come delle micro imprese dandosi degli specifici ruoli e competenze e dividendosi le attività. Alcuni si sono occupati della parte più visiva e grafica, altri dello sviluppo delle pagine web, altri dell’architettura della base I team hanno collaborato ed interagito, scambiandosi le competenze proprio come accade tra le imprese reali.”

E alla fine delle due settimane?

“La prima richiesta che ho fatto ai ragazzi è stata molto diretta, volevo arrivare alla fine delle due settimane e vedere un prodotto funzionante in tutte le sue parti, anche brutto e precario, ma funzionante. La difficoltà nel nostro lavoro è fare conciliare le tempistiche con le richieste del cliente e con il materiale e gli strumenti che hai a disposizione. Consegnare un applicativo perfetto all’80, ma che non funziona, o un applicativo ancora grezzo nelle logiche di usabilità, ma funzionante fa una grande differenza. I ragazzi hanno fatto loro la mia richiesta: tutti gli applicativi presentati alla fine del percorso funzionavano, alcuni erano pronti all’uso in tutte le features previste, altri erano un po’ precari in alcuni passaggi, ma comunque funzionanti. Lavoro quotidianamente con un team di una trentina di colleghi, prevalentemente giovanissimi e noto che una delle difficoltà maggiori sta nel gestire il problem solving, un’attività spesso complessa ed oscura per i ragazzi: sviluppare la capacità di superare un ostacolo con soluzioni non necessariamente canoniche è un valore aggiunto per uno sviluppatore: i prodotti che sono stati presentati erano veramente di buona fattura e tecnologicamente ben sviluppati. Penso che al di là della parte più tecnica questo tipo di esperienza sia stata utilissima per i ragazzi per comprendere che la creazione del prodotto è solo uno dei passaggi da affrontare; prima deve essere supportato da un’attività di analisi delle funzionalità, di valutazione del mercato e dei competitor, di naming e comunicazione coordinata, di sviluppo, di testing e lancio, di promozione… tutte attività che seppur con tempi ridotti abbiamo in qualche modo toccato.”

A questo punto cosa possiamo aggiungere?

"Questo è un bellissimo esempio di come il mondo della scuola e del lavoro possano operare in modo sinergico per formare e fare prosperare le imprese del futuro. Bravi ragazzi!".

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